Samuel Gentile.

Brand Master

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Confessioni di un pubblicitario, di David Ogilvy. Perché è un libro utile?

Uno dei capisaldi per chiunque voglia fare pubblicità, marketing, grafica pubblicitaria o per chi vuole lavorare nel mondo dei servizi di consulenza e pubblicità alle imprese.

Noi siamo venditori, non artisti

Con questo libro Ogilvy distrugge una certezza, dicendoci che chiunque si occupi di pubblicità o marketing è un venditore, non un artista.

Ma qual’è la differenza? Quando un’artista crea un’opera d’arte lo fa per se stesso, per esternare i suoi pensieri e per incrementare il suo ego. Un artista produce qualcosa di inutile che però, probabilmente, cambierà il mondo. 

Quando un pubblicitario lavora a una nuova pubblicità invece, non lo deve fare per se stesso. Il fine non è quello di rendere concreto il proprio valore o la propria etica. Il fine ultimo è di vendere per il suo cliente.

Il lavoro del pubblicitario non è quello dell’artista. Un pubblicitario non deve esprimersi. Non usa la creatività per creare le sue campagne. Fare il pubblicitario non significa esternare i propri pensieri e i propri obiettivi. Quest’ultimo è il lavoro degli artisti, e tale deve rimanere.

Questa è la confessione che Ogilvy ci fa con il suo libro, riuscendo a risvegliare dal sonno di illusioni tutti gli artisti che vogliono fare i pubblicitari.

Ok, ma perché questo libro è utile?

È utile perché apre gli occhi. Redime chi sta imboccando la strada sbagliata. Ogni artista che pensa che il mondo del business sia un modo per guadagnare subito qualcosa, dovrebbe leggere questo libro. Chi usa la creatività per ottenere successo sbaglia, e leggendo questo libro riuscirà a tornare sulla giusta strada. 

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